Concessioni balneari: CNA Abruzzo chiede il riconoscimento dell’avviamento d’impresa
Il tema delle concessioni balneari continua a tenere alta l’attenzione degli operatori del settore e della politica. In un’assemblea regionale organizzata dalla CNA Balneari a Pescara, gli associati hanno ribadito l’importanza del riconoscimento dell’avviamento d’impresa come elemento fondamentale per tutelare le piccole attività balneari, in gran parte a conduzione familiare. La sala gremita ha visto la partecipazione di imprenditori provenienti da tutta la costa abruzzese, segno della crescente preoccupazione per il futuro del settore.
L’appello della CNA balneari – Durante l’assemblea, i rappresentanti della CNA Balneari, tra cui il Presidente regionale Savino Saraceni e il Direttore regionale Silvio Calice, hanno ribadito che la riforma delle concessioni demaniali deve tenere conto dell’equa remunerazione degli investimenti effettuati dagli attuali concessionari. “Le imprese balneari rappresentano la spina dorsale di un sistema che si basa su anni di lavoro, investimenti materiali e immateriali che non possono essere ignorati”, ha sottolineato Cristiano Tomei, Coordinatore nazionale di CNA Balneari.
Il sostegno della politica – L’assemblea ha visto l’intervento, in videoconferenza, del Sottosegretario alla Presidenza della Regione Abruzzo con delega al Turismo, Daniele D’Amario. Quest’ultimo ha espresso la volontà di collaborare con gli operatori del settore per mettere a punto un’agenda condivisa. “Incontriamoci presto per definire gli obiettivi e tracciare un percorso chiaro”, ha dichiarato D’Amario, mostrando apertura verso le istanze presentate dalla CNA Balneari.
Una questione di sopravvivenza – Le piccole imprese balneari, spesso a gestione familiare, vivono un momento di forte incertezza. La possibilità che le concessioni vengano riassegnate senza tenere conto dell’avviamento d’impresa rappresenta una minaccia concreta per la loro sopravvivenza. Per molti operatori, perdere il diritto di gestire uno stabilimento balneare significa vedere vanificati decenni di investimenti e lavoro.
L’equa remunerazione degli investimenti – La CNA Balneari insiste sull’importanza di garantire un’equa remunerazione per gli investimenti effettuati e già ammortizzati. Secondo Cristiano Tomei, la riforma deve considerare la natura stessa delle imprese balneari, che sono spesso il risultato di sacrifici familiari. “Non si può prescindere dalla valorizzazione del lavoro di una vita”, ha affermato Tomei durante il suo intervento.
Una riforma necessaria ma inclusiva – Pur riconoscendo la necessità di una riforma delle concessioni demaniali, la CNA Balneari chiede che questa sia inclusiva e tenga conto delle peculiarità delle piccole imprese del settore. Sabina Cardinali, Presidente nazionale della CNA Balneari, ha ribadito che “qualsiasi cambiamento deve partire dal riconoscimento del valore intrinseco delle attività balneari, che rappresentano un patrimonio economico e sociale per il territorio”.
Il futuro delle concessioni balneari – L’assemblea si è conclusa con un appello unanime alla politica affinché si impegni concretamente a salvaguardare il settore. I partecipanti hanno sottolineato l’importanza di un dialogo costruttivo e continuativo tra le istituzioni e gli operatori. Il futuro delle concessioni balneari non riguarda solo le imprese, ma anche il benessere delle comunità locali e il turismo costiero, un pilastro fondamentale dell’economia abruzzese.
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