Il dramma di un bambino nel lager nazista

La vicenda umana di Oleg Mandić: un testimone della storia

L’inizio di una storia drammatica – Il memoir “Mi chiamo Oleg. Sono sopravvissuto ad Auschwitz” racconta la vicenda umana di Oleg Mandić, un bambino istriano che visse l’orrore del campo di sterminio. Scritto dal giornalista Filippo Boni insieme allo stesso Oleg, il libro ripercorre 80 anni di storia, dal 1933 fino ai giorni nostri, mettendo in luce il dramma della deportazione.

La memoria della Shoah attraverso gli occhi di Oleg. Filippo Boni racconta la storia di Oleg Mandić. Il coraggio di un bambino sopravvissuto ad Auschwitz.
Dall’orrore alla speranza: la storia di Oleg Mandić.

Oleg Mandić: l’ultimo bambino uscito da Auschwitz

La cattura e la deportazione – Nel 1944, all’età di undici anni, Oleg venne catturato insieme alla madre e alla nonna. I nazisti li arrestarono come prigionieri politici, mentre il padre e il nonno erano entrati in clandestinità con i partigiani di Tito. La loro deportazione fu un atto di ritorsione, come avvenne per molte altre famiglie nei territori occupati.

L’inferno di Auschwitz – Arrivato ad Auschwitz, Oleg si trovò catapultato in un mondo di terrore e morte. Separato da altri bambini e costretto a vivere in condizioni disumane, vide con i suoi occhi gli orrori del genocidio nazista. Il libro descrive con precisione gli stenti, la paura e la disperazione vissuti nel campo di sterminio.

La liberazione e il ritorno alla vita – Oleg Mandić è stato uno degli ultimi prigionieri a lasciare Auschwitz il 27 gennaio 1945, giorno della liberazione del campo da parte dell’Armata Rossa. La sua testimonianza racconta il difficile ritorno alla vita dopo un’esperienza tanto devastante. La libertà non significava soltanto uscire dal campo, ma anche affrontare il trauma e il dolore del passato.

Un messaggio di memoria e speranza – Con il passare degli anni, Oleg ha trasformato il suo dolore in un messaggio di speranza. Viaggiando in tutto il mondo, ha raccontato la sua storia alle nuove generazioni, affinché simili tragedie non si ripetano. Il suo memoir è una testimonianza fondamentale per mantenere viva la memoria della Shoah.

Il valore della testimonianza storica – Oggi, a distanza di quasi un secolo dagli eventi narrati, “Mi chiamo Oleg. Sono sopravvissuto ad Auschwitz” rimane un’opera di straordinaria importanza. La storia di Oleg Mandić ci ricorda quanto sia fondamentale non dimenticare il passato per costruire un futuro di pace e giustizia.

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