Biodigestore da 28 milioni nel mirino degli ambientalisti
Nuove polemiche sul biodigestore di Carapollo – A Teramo si riaccende il dibattito attorno al progetto del nuovo biodigestore, una grande opera dal valore complessivo di 28 milioni di euro che dovrebbe sorgere nell’area dell’ex inceneritore di contrada Carapollo. L’iniziativa, promossa dalla società in house del Comune, Team (Teramo Ambiente), è al centro di forti contestazioni da parte di cittadini e comitati ambientalisti, preoccupati per l’impatto ambientale e sanitario dell’intervento.
L’accusa: “Il sito è contaminato e va bonificato” – A guidare le critiche è l’associazione Ambiente e sicurezza città di Teramo, che ha diffuso una nota firmata dalla presidente Antonella D’Angelo Gallo. Secondo l’associazione, l’area individuata per la realizzazione del biodigestore presenta ancora gravi criticità ambientali, eredità del precedente inceneritore. “Il sito è contaminato e necessita di una bonifica preventiva,” si legge nella nota. “Non è accettabile costruire un nuovo impianto senza prima aver garantito la piena sicurezza del suolo e delle falde.”
Il ricorso al Tar e la battaglia legale in corso – L’associazione ha anche presentato un ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar) per contestare la localizzazione del progetto. Il nodo principale riguarda proprio la scelta dell’area, che secondo i ricorrenti non avrebbe superato tutte le necessarie verifiche ambientali. La battaglia legale, già avviata nei mesi scorsi, potrebbe rallentare l’iter della realizzazione dell’opera, generando ulteriori tensioni tra sostenitori e oppositori del biodigestore.
La posizione della società Team e del Comune – La società Team, titolare del progetto, ha finora difeso la scelta di Carapollo come sito ideale per il nuovo impianto, sottolineando la necessità di dotare il territorio di infrastrutture moderne per la gestione dei rifiuti organici. Anche il Comune ha ribadito il proprio sostegno all’opera, che considera strategica sia dal punto di vista ambientale che economico. L’amministrazione comunale sostiene che tutte le autorizzazioni necessarie siano state acquisite nel rispetto delle normative vigenti.
Un’opera strategica tra sostenibilità e contestazioni – Il biodigestore è pensato per trattare la frazione organica dei rifiuti urbani, trasformandola in energia e fertilizzante. Un’opera, quindi, che si inserisce in un’ottica di economia circolare e sostenibilità. Tuttavia, la vicinanza ad aree abitate, il passato industriale del sito e le preoccupazioni legate alla salute pubblica rendono il progetto particolarmente delicato. L’opinione pubblica locale è divisa e il confronto tra istituzioni e cittadini appare sempre più acceso.
In attesa della decisione del Tar – Mentre il progetto prosegue il suo iter amministrativo, si attende la decisione del Tar sul ricorso presentato dall’associazione ambientalista. L’esito del giudizio potrebbe influire in modo decisivo sul futuro del biodigestore e sulla programmazione ambientale del territorio teramano. Intanto, la tensione resta alta e il confronto tra le parti si preannuncia ancora lungo e complesso.
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